Tuesday, July 29, 2008

the Piazza's job!

E così con una coincidenza astrale più unica che rara mi si libera il week
end successivo a Bolsena. E' un attimo decidere di lasciare li barca ed air
camping con la benedizione del mio scoiattolino che mi presta tutto per una
regata "allegra" e spensierata.

Arrivo dagli amici laziali nella tarda mattinata del sabato ed è subito festa.
Ho però fame e Ciufo compie la prima delle sue innumerevoli buone azioni
nei miei confronti (sigarette, acqua, coca cola etc.) procurandomi un paio
di panini riservati ai giovani dell'assistenza.... (sir Bellotti non
avrebbe approvato ma senza di lui posso lasciarmi andare). Chiedo ad Ivo se
posso installare il campo nomadi nel parcheggio perché il camping smeraldo
è pieno e non vorrei guidare dopo la cena...
Cerco il mio scoiattolino per scaricare ed armare la barca ma non c'è e
devo farlo da solo pensando che Ale comincia già a mancarmi. Marta mi aiuta
ma il grosso mi tocca farlo e la cosa mi pesa un casino.... non riesco a
chiedere a Ciufo di armarmi anche la barca.... l'effetto educazione del
Bellotti comincia a farsi sentire e mi inibisce.

Comunque sabato si parte e si fanno due belle regatine in scioltezza (san
culo è dalla nostra e spariamo due secondi decisamente inattesi). E'
veramente fantastico, come mi avevano detto. La prima prova partiamo in
barca con Perini e sentiamo i giudici parlare di tre barche fuori ed issare
la x (a terra ci dicono però che erano tutti dentro...che bello..); abbiamo un buon distacco sul gruppo ed è un match race con Marchetilli che non ci molla mai ed alla fine allunga e arriva uno. La seconda
partiamo in boa e non va male anche se Poggi è un missile in bolina e lottiamo coi de toro fino alla morte.

La cena è imperiale anche se quando vai a riempire il piatto ti fregano la
sedia ma è tutto buono ed il clima gioviale.

Domenica inizio a pensare al lungo viaggio di ritorno. Preparo il carrello
nella zona barche, smonto il campo nomadi ma tutto procede
lentamente e usciamo poco prima delle 2.00. Non si parte puntuali (strano, mi pareva finora di essere in Svizzera) ma alle 3
meno dieci... ritardo che si rivelerà determinante. Il rischio di temporali
è elevato. Non serve essere meteorologi per capirlo. Anche la Ciufa è
preoccupata e mi chiede: ma io cosa posso dire? Ho persino convocato un
amico meteorologo romano che passa a salutarmi con la sua ragazza
assicurndoci il temporale. I cumuli si sviluppano già in mattinata e sono
molto alti. Solo il culo potrebbe salvarci e più passa il tempo più il
rischio aumenta. Sembra però che il brutto tempo stia lontano a est oltre le colline e ci
giochiamo una bella regata. Partiamo soli in boa e quasi subito un salto di
vento ci permette di passare primi seguiti da Marchetilli. La regata
continua. Il vento cala e gira come un trottola. Marchetilli è dietro di 30 mt e poco dopo, causa una leggerissima rotazione a dx è sopravento di 40 mt. Ma poi tocca a noi, giriamo la penultima boa e spariamo il tangone:
siamo primi e concentrati e do poco peso (troppo poco) alle nuvolole nere
coi fulmini in lontananza. Un paio di rafficoni e si plana. Mi giro per
vedere dov'è Marchetilli che è fermo con le vele che sbattono (poi gli
esploderà il fiocco nuovo). Chiedo a Marta "Perché Marchetilli non
vien...??" Non finisco e subito la barca si solleva ancora di più in una planata
galattica saltando da un'onda all'altra. Sento lo sforzo sulla barca mentre
dei rumorini sinistri vengono emessi da albero, scafo etc.. (bisognerebbe
orzare ma se orzo scuffio, se poggio spacco tutto). Ho una visione: uno
scoiattolo mi dice: Prima di scuffiare mi rinnegherai tre volte. Capisco
che l'ora è vicina. Mi pento ed inizio a piangere vicino all'albero
cercando di ammainare l'ammainabile. Dove sei Ale??? Perché ti ho
tradito??? C'è il nostro vento!!!!! In un attimo il lago è bianco, l'onda
si è formata e decido di tirare dentro il tangone ed ammainare la randa.
Operazione riuscita a metà perché ci rovesciamo mentre cala la randa.
Rimaniamo seduti sullo scafo assieme a molti altri. Osservo le nuvole e mi
pare che sia un sistema convettivo a mesoscala (MCS: i peggiori delle
nostre latitudini) e non un semplice temporale (solo a Ovest c'è un po' di
chiaro, per il resto l'orizzone è nero ma noi siamo fuori dalla zona
fulmini e di precipitazione intensa ed infatti becchiamo solo poche gocce).
Infatti il vento dura più di un'ora: l'intensità non mi pare eccessiva (25
- 30 nodi ma poi scopro che la botta è stata di 37 nodi misurati a vigna di
valle e sul lago probabilmente anche più). Il tutto dura un'ora circa
durante la quale vedo prima la pagaia arancione, recuperata poi da
Domenico, allontanarsi saltando e rotolando sulle onde; vedo anche i miei
stivaletti quasi nuovi rispetto alla mia cerata blu che galleggiano vicini ma non rischio di andare a prenderli. Poi il vento inizia a calare e quindi raddrizziamo e rientriamo
solo di fiocco. Non vediamo nessuno ma a terra ci sono molti scaletti in attesa dei padroni. Il lago è quasi calmo: tutto è finito.
Carico velocissimo e alle 17.30 saremo pronti per partire mentre gli ultimi
naufraghi stanno rientrando ma gli amici mi trattengono ed io cedo così tra
bevande calde, patatine e premiazione partiamo alle 20.00. Il tom tom
(ovviamente non originale) ci fa fare un giro allucinante nell'entroterra
dove troviamo rami sulla strada e alberi sradicati.

Il prossimo anno, comunque, ci torniamo sicuro!!! Grazie e complimenti a
tutti ed in particolare ai Ciufi e a Ivo!!!

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Monday, July 28, 2008

..vACANZE rOMANE 2008.. (talking about)..

Al sabato le danze si aprono presto, il circolo formicola, letteralmente, di attività.

Le iscrizioni filano via sotto un cielo immobile color alta pressione, lago a specchio e ragionevole previsione di termica ragionevole.


Al momento della chiusura delle iscrizioni siamo a 24 snipe e 9 dinghy, è sabato e non è zonale, e quando è zonale snipe, di sabato, al lago, raramente si fanno 10 barche.. tant’è che di zonali al sabato, al lago, non se ne fanno.. e invece siamo a quota 24.. sarà mica che un qualche interesse, Vacanze Romane, lo susciti davvero??


Numeroni o numerini che siano, la termica fa la strana, ed in acqua è il solito impazzimento, ed i soliti sono quelli che se la giocano, mentre tutti gli altri si smarriscono tra i refoli ed il nulla-spinto che soggiorna al centro del campo di regata.

Il t302 prende subito una piegaccia, non ci sono poppe-miracolose che tengano, a parte la prima della prima prova, che vale una decina di barche.. impressionante.. ma ancora più impressionanti sono i successivi black-out di bolina, roba da sparecchiare tutto e andare a dare un senso alla giornata a porchetta&birra in quel di Anguillara, tant’è che per quando calerà il sole sul lago il lato oscuro del trofeo302 sarà risorto con un parziale di 2-0 senza che il suo antagonista sia mai entrato davvero in regata, cosa che rimette il primo in testa al trofeo di un +1!

Più o meno nello stesso momento, ossia al tramonto, la classifica fotografa i soliti Piero e Giorgio, intervellati da un Nadir Piazza da Caldonazzo che con i laghi laziali sta evidentemente stabilendo un signor feeling.. e per la cronaca: ‘sta volta corre senza il suo scoiattolino-amoroso!!

Dietro è la solita rissa da bar-venezuelano, con chi si gode il trionfo del ritrovato +1 di vantaggio e chi va ad affogare i dispiacere nel pozzetto delle birre!

Su tutto cala una languida sera di salici e brezza a bordo acqua, con i convenuti dalla sponda sud-ovest del lago che commentano che da loro è già buio da qualche ora mentre sul sabbazzietto e sull’hauraki bay(*) il sole sembra non tramontare mai, mentre parte la musica dal vivo ed il lieto sfrigolare d’olio che preannuncia untuose vaghezze gastronomiche, ossia fiori di zucca come se piovessero!

(*) neotoponimo del golfo antistante il sabbazzietto..


Il buffet è un trionfo, i cordoni di sicurezza tengono solo all’inizio, poi è un dilagare.

La platea si spacca tra i sostenitori della farfalla con l’alicetto ed i gnocchi pomodoro&basilico, tutti comunque uniti nel tentativo di non ustionarsi con i fritti appena tirati via dall’olio bollente.

L’impatto gastronomico è tale che quasi lenisce la t302mazzata incassata in acqua poche ore prima, poi, come sulla prosaica torta, saltano fuori delle ciliege spettacolari e per un momento anche il t302 passa in secondo piano.. ma solo per un momento.

A notte ormai fatta si aprono danze, poi si chiudono per la riffa: piovono zaini-porta-computer-molto-figoni-gentilmente-offerti-da-uno-degli-sponsor sulla platea dei convenuti, poi si riaprono le danze, e per consentire la corretta digestione l'amaro viene erogato con l’idrante, ma solo perchè non c'era nessun elicottero disponibile.

Fattasi una certa ci trasciniamo verso un riposo spero senza sogni, soprattutto senza sogni che riguardino il t302..
Al campeggio tirano disco fino alle una del mattino, ma non avendo avvertito nemmeno l’impatto sul materassino è chiaro che la disco non abbia costituito problema.

La mattina dopo ci vuole qualche caffè per riavviare tutti i sistemi, al circolo continuano ad arrivare iscrizioni, tipo 27 barche.. per uno Zonale, cose che capitano, piaccia o meno, da queste parti.

Sulla sponda ovest già di prima mattina si alzano lieti spumoni di vapore, e sul lago spira una brezza da SW lieve e assolutamente inconsueta, pressione in caduta e l’alta pressione di ieri è evidentemente un ricordo, rimane da sperare solo che il meteo-merdone che pare si stia scatenando al nord e sul versante adriatico non arrivi fin qui..

Con finalità fortemente apotropaiche misuro e armo e disarmo e riarmo e rimisuro tutto ancora prima che il lato oscuro del t302 si svegli e arrivi al circolo, quando arriva se la gode, ma è una goduria tirata, sa che in palio ci sono 2 prove, e al tramonto potrebbe non aver più ragione di ridere!

La mattina passa veloce, il CdR vuole dare la prima prova in orario, usciamo ancora prima per provare un pò: corro con prodiera-da-combattimento e mi devo riconfigurare per cercare di non sfigurare più dell'umanamente tollerabile rispetto agli standard cui lei abituata (ieri ha riportato a terra un terzo ed un primo), mentre non visto faccio il down load di tutto quello che dice/suggerisce.

Subito dopo di noi escono a provare Stefano+Stefano, appena assortiti e già in acqua, segue il lato oscuro del t302 e signora, che vuole venire a vedere cosa combino con la prodiera-da-combattimento, il manigoldo!!..e chissà come mai quando lo incrociamo sorride ancora meno di quanto sorrideva a terra...

La bava con la quale siamo usciti fa per ritirarsi, poi entra più decisa da 215°, noi prepariamo tutto e fatti tutti i check del caso rimaniamo a galleggiare nel prepartenza, mentre sulla sponda est carica un nero che ancora non è nerissimo ma che sembra determinato a diventarlo.

Arriva il momento della partenza, noi siamo un pelo in ritardo, poi un pelo in anticipo, volevamo partire in barca e partiamo in barca e in velocità, con un casino di spazio libero e la flotta tutta spostata nella metà della linea verso la boa.

Bordeggiamo bene, i primi tre incroci siamo davanti.. nel senso di "davanti a tutti", poi rimaniamo bloccati sotto una barca e filiamo dritti in un buco che ci costa montagne di posizioni, con barche ci sfilano da destra e da sinistra.

In poppa andiamo giù a testa bassa, buchi di pressione pazzeschi, riacchiappiamo tre barche mentre il nero sulla sponda est non solo è diventato nerissimo ma vira al viola-bluastro, e comincia a vedersi qualche saetta.

Giriamo la boa lisci e puliti, usciamo veloci, e con non poco stupore mi rendo conto di essermi ricordato di cazzare la ghinda, dettaglio che ultimamente tendo a tralasciare sistematicamente.

Come siamo in velocità andiamo a sinistra, poi comincia a ruotare verso destra, alcuni dei molti davanti si trovano in spalla alla boa, noi pure, anche se meno, e mure a dritta ci troviamo ad aprire per camminare con la brezza che ha ruotato dietro ed il marciapiedino d’onda che continua a picchiare a prua..e la pressione cala..porc*****..

Nell’ultimo centinaio di metri dell’ex-bolina ci ritroviamo in poppa, spariamo tanga e riusciamo a chiudere su altre due barche, riprese pure queste, fatica bestia, giriamo la boa e naturalmente si riparte di bolina..

La sponda est, verso dove puntiamo, ha tinte a dir poco notturne, appena oltre la costa si vedono le cortine di pioggia che o è grandine o è davvero torrenziale, e poi i lampi, ed i relativi tuoni, con l’acqua che diventa cobalto e turchese sui bassi fondali e la boa gialla che sembra illuminata, a bordo il commento è:
-Oh mio Dio! ho il casco attaccato alla moto!-
..mentre io due caschi vorrei averli a bordo, perchè ho proprio l'impressione che di lì a breve ci sarebbero molto utili.

In questo scenario da mondo alla fine del mondo o quasi, parte il gommone con la “N” e ci richiamano tutti verso l’area di partenza, probabilmente vorranno spostare il campo, non potendo spostare il temporale.

A me punge vanghezza di sbrandare, ma quando c’è poca aria, e l’aria è davvero crollata, uno non se la sente mai di sbrandare (fesso!), anche se davanti gli si parano in bella mostra le interiora di un groppo.

Tiriamo avanti così ancora un pò, decidiamo di infilarci gli spray-top così, giusto per la pioggia, mentre Eugenia indossa il suo mi passa davanti Nadir-Piazza, tangone fuori, che plana via verso Bracciano alla velocità di uno che si è ricordato di riconsegnare un DVD.. con 2 mesi di ritardo!

L’immagine del Piazzaplanante mi induce alle seguenti riflessioni:
1. sarà dura;
2. spero che finisca prima che arrivi la sponda sottovento;
3. non farò mai in tempo ad infilarmi lo spray top.. porcaputt***

..sui “***” vedo l’acqua fare la pelle da rettile, poggio senza pensare, mollo tutto, compreso un paio di porconi-benaugurali, e la botta ci investe che sembra voglia sfilarci l’albero dalla mastra.

Il “palindromo”, bontà sua, parte a proiettile in avanti, io faccio in tempo a mettere il culo di fianco al tappo del gavone e a lisciare la strap, rischiando subito la prima capriola.

Nei primi istanti, superata la fase esplosiva dell’albero ed evitata la capriola, le prime problematiche che fronteggiamo sono un dinghy proditoriamente parcheggiato esattamente di traverso al vento, che sfilo a poppa, e lo snipe di Marco e Silvia, che sta scuffiando, e che mi auguro scuffi abbastanza in fretta da consentirmi di passare nel punto dove c’era l’albero quando la barca era coricata a 90°, anche perchè non ci sono alternative: se orzo scuffio sottovento e li prendo con l’albero sempre che non gli vada direttamente addosso con lo scafo, se poggio scuffio sopravvento e li prendo con l’albero, e magari pure con una bomata, ma alla fine la ciambella riesce, e quando passiamo di là la loro barca è già a 180°!!

Il resto è stata una galoppata interminabile verso Vicarello, cercando di tenere un lasco e di scaricare per quanto possibile la randa, e quindi l’albero, che in diverse occasioni mi ha trasmesso l’inattaccabile certezza che stesse per transustanziarsi in cordiandoli di alluminio!

Non ho idea quanto duri la galoppata, le altre barche smanacciate dal devenio ci sfilano velocemente alle spalle, anche perchè con gli spruzzi della scia faticavo a respirare, figurarsi a guardarmi intorno, figurarsi guardarmi dietro, da dove sento ruggire il groppo.

Per quel che vale, spruzzi permettendo, ho una miseria di visibilità sottovento, e sulla spalla destra, dove vedo il lago mettere creste e gonfiarsi. Non sono 40kt perchè le creste "non fumano".. ma ho come il sentore che almeno i 35kt li abbiamo presi tutti, di media, l'albero 'sta ancora su, pure se nelle botte più forti fa veramente paura, non possiamo che scappare, cerco di farlo al meglio delle mie possibilità, con Eugenia che come sente un assetto appena decente si lancia in avanti per tentare di sbrandare, ma San Proctor non è con noi, e l'unico risultato che otteniamo è il tentativo di trasformare il "palindromo" in un Classe LosAngeles!

Il piano in realtà è semplice: sfiliamoci dal centro del groppo in cerca di zone con minor pressione, anche perchè il primo ridosso utile sarebbe Giannutri, con gli evidenti problemi che ciò comporterebbe. Ed era anche un buon piano, con la barca che andava selvaggiamente su e giù dalle onde sempre più gonfie e zaffiro, ed io (e poi ho scoperto pure Eugenia) che riflettevo sull'opportunità o meno di tirare su la deriva, trattenuto solo dal fatto che non avere Eugenia sulla panca sopravvento e a poppa bensì avanti e a centro-barca avrebbe potuto volere dire con quasi assoluta certezza esibirsi non visti in un tonneaux da antologia, se non fosse che i crampi alla mia mano-braccio-spalla-torace-malleolo sinistro ci hanno reso una punta troppo poco reattivi su una doppia raffica che, dopo questa spettacolare galoppata a palla-di-cannone-imbizzarrita, e che è valsa tutto il week end e molto di più, ci ha mandati dritti in acqua.

E’ stato così che siamo rimasti a campeggiare sull’opera viva della barca scuffiata x un bel pò, ci sono passati a trovare i Caramba, che ci hanno veementemente raccomdandato di non provare a raddrizzare.. cosa che non mi aveva sfiorato nemmeno accidentalmente..un paio di gommoni usciti da altri circoli, Stefano&Stefano con il loro albero comodamente spezzato in due (e purtroppo non sono stati i soli), con uno strepitoso “Ferro” che, portato via al traino dal gommone, ci ha salutato gridando “CHISSENEFREGA! TANTO CE N’HO N’ARTRO!!”..riferito all’albero, naturalmente.

Per conto nostro, calata un pò l’aria, e alzatasi un’ondona marina, prima abbiamo sganciato la randa, poi abbiamo raddrizzato, messo a secco di tutto e scesi un pò verso Bracciano, e una volta calato ancora prima il fiocco e poi la randa, ce ne siamo tornati verso il tè caldo che ci aspettava al sabbazzietto.. che detto così.. in realtà ci è costato un pò di lavoro e qualche bevuta.

Alla fine della fiera t302 a +1 per il lato oscuro, ma intanto da qui a Filippi (leggi: Coppa Camilla) la strada è ancora lunga, molti danni, diversi alberi andati (rotti o piegati), qualche timone sparpagliato, tè caldo per tutti e nessun ferito: unica cosa veramente importante.

Molto partecipata anche la premiazione, col lago che ormai era tornato a più languidi umori, il tutto accompagnato da una panoplia di birra&snacks che ci stava come poche cose.

Ora l’attività quartazzonesca va in vacanza, almeno fino a settembre, il che non esclude che anche prima di ferragosto si dia luogo a qualche scontro-a-fuoco-allenamentorio.

Vacanze Romane la archiviamo sotto la voce: PLANATA MONUMENTALE, senza per questo nulla togliere all’organizzazione, che ha funzionato perfettamente, allo spirito dei numerosi partecipanti, agli sponsor che hanno dato modo di organizzare quello che molti di quanti leggono hanno potuto toccare (ed assaggiare) personalmente!

L’appuntamento è per l’anno prossimo, con l’indomita speranza di essere ancora di più, magari giusto con qualche metro d’aria in meno alla domenica!

Vento largo a tutti, e buone vacanze a chi vacanza!

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PS: AAAAA. VENDO PROCTOR MIRACLE "COME" NUOVO!!

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Tuesday, July 08, 2008

Sull'annullamento del MONDIALE MASTER SNIPE in programma quest'estate a Goteborg

Gli eventi si organizzano soprattutto con l'entusiasmo, dato che la moneta è così poca da non giustificare un ventesimo dello sforzo, e l'entusiasmo non deve mancare, poi bisogna capire cosa vogliono i regatanti: in genere a condizioni meteo in linea di massima piacevoli (acque calde e vento medio), località non particolarmente cara, possibilità di accoppiare a vacanza o di sovrapporre vacanza per accompagnatori.

Conosco pochi posti con queste condizioni, ma forse perché ho girato poco.
Se si continua a fare delle ubicazioni delle regate un gioco campanilistico e non la scelta del miglior luogo per la riuscita dell'evento, è chiaro che il gioco si ferma, e con esso anche i non indifferenti interessi economici alle spalle, cioè le famiglie che vivono in questa nicchia, ma che sarebbero costrette ad abbandonare se la classe andasse verso un calo verticale di vendite, ed i masters sono la regata che incrementa di più le vendite di imbarcazioni e vele, in quanto i partecipanti sono generalmente benestanti di una certa età.

Non basta l'egregio lavoro di custodia delle regole di stazza, che comunque garantisce l'investimento di ogni proprietario di snipe in quanto evita che diventino obsolete le barche in poco tempo, ma occorre anche trovare dove far giocare i proprietari delle barche, e gli stessi che vanno ai master non gradiscono gli eccessi agonistici delle tre prove al giorno, magari anche sacrificate nella lunghezza, e magari sarebbero disposti a partecipare come flotta B o silver fleet se vi piace di più ad eventi europei e mondiali, anche solo per incontrare i vecchi amici.

a presto
c
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Ha ragione Claudio, sono pochi i posti al mondo che possano essere definiti ideali per i master...incidentalmente uno di questi è Bracciano, ma non si possono fare lì tutti i master, dopo un po' la gente si stuferebbe e smetterebbe di partecipare ugualmente.
Va anche detto che non è stato annullato solo il mondiale master di snipe, ma tutti gli eventi programmati per la vela, tra cui le regate di star e laser, due classi non da poco. Non mi è dato di sapere se la penuria di partecipanti fosse generalizzata, ma visto l'esito penso di si.

Per quanto riguarda la scelta dei campi di regata, vige un criterio definito di rotazione: una volta in europa, un'altra in occidente e, quando in europa, una volta al nord e una volta al sud. Di per se non è un brutto criterio, sta poi alle segreterie nazionali scegliere un posto che possa attrarre i partecipanti. A volte si sbaglia, a volte non ci sono candidature tra le quali scegliere e si è quasi obbligati. Malmo (non Goteborg) non era male, per di più l'evento era inserito in una manifestazione globale ad ampio respiro, migliaia di vecchietti di tutti gli sport si sarebbero trovati assieme nel tentativo di spremere gli ultimi aneliti dai loro esausti polmoni.

Adesso i giochi sono riaperti: chi è in grado di organizzare un mondiale con i fiocchi entro dicembre basta che lo chieda e glielo danno.

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